Stadio: due milioni di lavori mai fatti, l’ultima ‘sorpesa’ per Iachini. “Sto valutando di non iscrivere la squadra”

Interventi edilizi previsti dalla convenzione e mai verificati. L’imprenditore amareggiato orientato a mollare

TERAMO – La possibilità che il Teramo riparta da una serie non professionistica, proprio alla vigilia di una stagione che sancirà la nascita di una realtà calcistica nazionale di livello equivalente alla Serie B (o un doppio girone cadetto o una serie C d’Elite), diventa ogni giorno più concreta con l’avvicinarsi della scadenza iscrizioni del 5 agosto. L’ultimo segnale è di oggi: il presidente del Teramo, Franco Iachini, scopre che la gestione dello stadio aggraverà il già pesante bilancio di somme sborsate di almeno altri due milioni di euro in opere non eseguite dal precedente gestore e questo comporta ripercussioni anche sui budget per il nuovo campionato. E afferma che “a pochi giorni da improrogabili scadenze sportive, con infinito rammarico – dopo i tanti investimenti e sforzi profusi, nonostante la ferma volontà tesa a salvaguardare il patrimonio faticosamente costruito in questi anni e a portare la Teramo Calcio su livelli importanti – mi trovo costretto a valutare la fondata possibilità di non iscrivere la squadra al prossimo torneo di Lega Pro

A confermare la notizia, secondo quanto riporta il comunicato dell’imprenditore teramano titolare della Infosat e presidente della società biancorossa da poco più di un anno, è lo stesso Comune di Teramo: Iachini non ha fatto in tempo a subentrare nella gestione dello stadio Bonolis, che già risulta inadempiente in opere edilizie per un valore (stimate nel 2008) di circa 2 milioni di euro mai realizzate rispetto a quanto prevedeva la convenzione Comune-privato del 2006. Opere che ovviamente Iachini non aveva previsto e oggi si ritroverebbe a dover realizzare, a costi ovviamente maggiori.

Ma non è l’unico problema che residua dalla vecchia gestione. Secondo quanto fa sapere lo stesso imprenditore, il Comune ha chiesto di consegnare, come prevede la procedura, la fideiussione prestata a suo tempo dalla Cantagalli Appalti, volturata a nome di Soleia: “Lo stesso Comune, il giorno dopo il subentro, preso atto del fallimento (avvenuto nel 2013) della società che aveva rilasciato la fideiussione nel 2010, e dell’inesistenza di ulteriori garanzie rilasciate in tutti questi anni, ha chiesto a Soleia di prestare con un urgenza una nuova fideiussione dell’importo di 825mila euro“.

Soleia – continua la nota – pur in presenza di un collaudo avvenuto nel 2008 e pur in assenza, in tutti questi anni, di alcun formale sollecito nei confronti della Cantagalli Appalti, sarebbe costretta a porre riparo a precedenti inadempimenti, costringendomi ad ulteriori investimenti non previsti e programmati, senza peraltro ottenerne alcun beneficio sul piano economico finanziario“.

C’è poi l’aspetto dell’assoluta indifferenza del territorio (Comune e Provincia, politici e imprenditori, ndr) rispetto “alle richieste di sostegno nella gestione del campionato, aggravata dalle incognite dell’emergenza Covid-19 e delle inevitabili conseguenti crisi economiche che tutto il Paese sarà chiamato ad affrontare“.

Per Iachini quella di non iscrivere la squadra si tratta dunque di “una valutazione ben ponderata, che, per quanto dolorosa, devo necessariamente e improrogabilmente assumere“.